LETTERA A UN'AMICA

     

    lettera

     

    Cara amica, è da tanto che voglio parlarti. Ora, credo, sia davvero giunto il momento.
    Non ti agitare per cortesia, non iniziare con le tue solite scenate patetiche, fatte di respiro corto e fazzoletti pieni di lacrime.
    Sii adulta! Siediti e ascolta ciò che ho da dirti.
    Da un po' di tempo, amica mia, io non ti sopporto più. Non prendertela, non è colpa tua, tu sei quello che sei, sono io che sono cambiata. E, da quando sono diversa, tollero a fatica la tua presenza.
    Il problema è che negli anni sei peggiorata tantissimo e rendi la mia vita letteralmente invivibile. Sei sempre presente in modo penetrante direi, allontanandomi dai momenti di spensieratezza e tranquillità.
    Potrei paragonarti a una coinquilina petulante che detta regole a dir poco assurde, o a una cugina un po' problematica, che non ha amici e a cui devi per forza tenere compagnia.
    Sono stanca di te, vorrei distanza, vorrei che tu mi lasciassi in pace.
    Ti starai chiedendo com'è potuto succedere che mi sia stancata di te. Proprio di te, che sei sempre stata la mia amica per la pelle. Sì per la pelle in tutti i sensi, eri sulla mia pelle!
    Tu sei sempre stata al mio fianco. Eri con me quando sono nata, quando mi mancava la mamma e avevo paura di tutto. Eri con me nei viaggi in macchina più lunghi, quando non chiudevo occhio e continuavo a chiedere "Siamo arrivati?". Eri con me quando, la sera, nel letto, chiedevo a mamma di restare con me fin quando non mi lasciavo abbracciare da Morfeo, perché la verità è che avevo tanta paura del buio. Eri lì quando si accentuavano tutte le mie paure: squali sotto il letto, uomini a rapirmi, mostri che volevano divorarmi. Eri con me in tutte le mie prime volte: il mio primo giorno di scuola, il primo saggio di danza, la prima comunione, la prima festa con le amiche, il primo pigiama party, il primo fidanzatino, il primo bacio e la prima vacanza da sola.
    A scuola eri con me quasi sempre. Mi dicevi che dovevo leggere più svelta e sicura, e io, ogni volta, non vedevo più la pagina, confondevo le righe e mi mangiavo tutte le parole. Mi dicevi che dovevo stare attenta a non dire cose stupide, a non inciampare e a non fare figuracce, perché poi tutti avrebbero riso di me. Ancora oggi me lo ripeti, sono stanca!
    "Attenta qui, attenta lì, non fare questo o quello". Che egoista che sei!
    Quando la scuola è finita, mi hai seguita all'università: odiavi gli esami, se non avevo letto tutti i libri, cercavi di convincermi a non andare agli appelli. Poi mi hai seguita a lavoro. Non sono riuscita a creare rapporti perché tu eri onnipresente. Mi hai fatto sentire sbagliata, stupida e incapace. Quando ottenevo riconoscimenti o complimenti tu eri lì a farmi l'occhiolino in modo da prendermi in giro e io, stupida davvero, credevo in te e non in me, credevo nelle tue parole e non nei complimenti. Mai un grazie mi hai fatto pronunciare a quei complimenti, così rari!

    Sei stata preziosa per me, devo ammetterlo. Senza di te, tante cose sicuramente non sarei riuscita a farle. Senza di te, avrei scordato che il fuoco brucia, che quando si cammina bisogna guardare dove si mettono i piedi, che l'asciugacapelli acceso nell'acqua della vasca non si mette, che si attraversa guardando sia a destra che a sinistra, che non bisogna fidarsi degli sconosciuti. Senza di te, insomma, io non avrei imparato ad essere attenta e prudente, a proteggermi o a riconoscere comportamenti dannosi per me e per gli altri, oltre che a pagare le bollette in tempo. Tu sei quella che spinge in automatico il mio piede destro sul pedale del freno, che suggerisce al mio istinto di mettermi in salvo da una folla in fuga, che mi aiuta a memorizzare le strade quando temo di perdermi. Senza il tuo grido d'allarme, io sarei forse già passata e trapassata.
    Ma la tua voce che continua a urlare di stare attenta ormai è insostenibile. Cioè io vorrei davvero, ma con te non riesco a divertirmi! Sei pesante!
    Ok essere prudenti, ok essere previdenti, ok che prevenire è meglio che curare... ma a tutto c'è un limite, e tu l'hai oltrepassato. Pensavo mi stessi aiutando a crescere, invece mi hai solo rubato energie, inculcato un sacco di strane fobie che non riesco a controllare: paure ingestibili e inspiegabili, che mi fanno stare malissimo e sentire troppo in imbarazzo, tanto che spesso preferisco restare a casa, l'unico posto in cui tu hai l'impressione di tenere tutto sotto controllo. Tu mi aiuti ancora sì, ma ormai solo a ritardare, a rimandare, a desistere e a fallire.
    Sono stanca di spiegare agli altri che sei tu che mi fai comportare così. Tutti mi chiedono perché mi stresso così tanto, perché rendo tutto così difficile, perché alzo la voce e non faccio un bel respiro. Non sanno che sei tu che mi fai battere il cuore e ronzare le orecchie, mi metti fame d'aria, mi fai venire la nausea e sudare.
    Sono stanca di perdere la testa e ripetere ancora e ancora: non posso farci niente, è più forte di me. Scusate, è più forte di me. Vi giuro, adesso smetto. Un attimo e torno. La prossima volta, non posso, davvero. È più forte di me. No, cara, tu non sei più forte di me, né più grande. Anzi, certe volte, sei così inutile e immotivata, che con una parola riesco a farti piccola piccola. E poi non hai ragione tu: non è sempre tutto una questione di vita o di morte. La fine del mondo non sta arrivando. E, anche se fosse dietro l'angolo, valutare tutte le possibilità non mi aiuterà a prevedere quando accadrà. Anzi, mi distrarrà impedendomi di cogliere i veri segnali, o, in caso contrario, di rilassarmi e godermi il mio tempo.
    Basta vivere in un continuo stato di allerta, basta ossessionarmi, basta ricoprire il mio petto. Voglio respirare! Voglio sentire l'aria che entra per innervare i miei polmoni senza immaginare catastrofi, tumori o infarti.
    Voglio vivere, semplicemente vivere!
    So che tornerai perché tu non ti arrendi. Ma sai cosa c'è di nuovo? Oggi non mi arrendo neanch'io a te!
    A presto mia cara Ansia!

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