SOLO SBAGLIANDO SI IMPARA

    sbagliando si impara

     

    È un motto conosciutissimo ma oggi spesso dimenticato: "L'errore è una risorsa che va nutrita e accolta".
    Secondo Maria Montessori, il bambino costruisce la propria personalità attraverso le esperienze e le relazioni con l'ambiente che lo circonda. Egli comincia la conquista dell'indipendenza all'inizio della sua vita e mentre si sviluppa perfeziona sé stesso superando gli ostacoli che incontra nel suo percorso; così facendo si libera dai tentativi degli adulti di "modellarlo". Da questa convinzione nasce e si sviluppa la proposta educativa montessoriana basata sull'attività autonoma di ciascun bambino: "Aiutami a fare da solo." Non significa abbandonarlo a sé stesso, ma favorirne l'attività attraverso un'azione indiretta realizzata in un ambiente che l'adulto ha il compito di preparare. In alcune attività il controllo e l'autocorrezione sono diretti, in altri non così immediati. Sarà la ripetizione delle esperienze che porterà il bambino a vedere ciò che prima non aveva visto, a scoprire il proprio errore, trovare la via per risolvere il problema; senza l'aiuto dell'adulto. In altri termini non si corregge a parole un bambino, ma gli si dà il tempo di verificare da sé ciò che ha fatto. È così che sviluppa l'auto-giudizio, l'autovalutazione senza dipendere dal parere dell'adulto o dei compagni, l'auto-crescita nella stima di sé attraverso l'errore e l'autocorrezione che sono chiaramente strumenti essenziali per la costruzione di una personalità indipendente. Bisogna, però, aver chiaro che occorre dare ai bambini i mezzi per verificare da soli ciò che fanno (il bicchiere di vetro se cade si rompe, l'acqua cade dalla brocca se è troppo piena ecc.) molti anni prima di arrivare a controllare gli sbagli di ortografia o di calcolo. La scoperta dell'errore e l'autocorrezione diventa così un'abitudine.
    L'errore è un "signore", come la Montessori, ci indica e spesso diviene davvero un'esperienza "bella".
    Spesso i bambini evitano l'errore e imparano a evitarlo in casa per paura di "sbagliare ed essere giudicati come incapaci". Aiutare il bambino nell'incontro con l'errore è un'esperienza essenziale e importante per il piccolo. L'incontro con il giudizio è altrettanto un'esperienza che il bimbo farà nella sua vita.
    La cultura attuale non pensa a un bambino vero, come soggetto biologico e psichico. Ci troviamo davanti a un processo di accelerazione in nome di risultati che devono essere sempre più anticipati e che riducono il bambino sempre più ad un oggetto.
    In una cultura che ci vuole sempre al top e sempre sul pezzo, è davvero difficile l'incontro con il signor errore.
    Aiutare il bambino a sbagliare e poi a fare di meglio è un insegnamento di vita.
    Il bambino come persona è dimenticato ed è presente un'idea astratta che si nutre di cose che gli adulti propongono. Lo sovrastano continuamente persone che vogliono agire al suo posto imponendogli ciò che è conforme ai loro modelli, premiandolo o minacciandolo, punendolo, cercando di persuaderlo. L'autostima finisce per dipendere dall'approvazione altrui, ciò che esercita un controllo sul comportamento è l'ansia di non essere alla pari, alla moda. Il bambino viene in continuazione deresponsabilizzato, perché è in tutto e sempre gestito da altri che lo controllano, lo giudicano. Le regole vengono dall'alto, ci sono gli adulti che gli dicono come le cose vanno fatte e quindi il bambino deve limitarsi ad ubbidire, rinunciando a pensare. Si verifica così un apprendimento esteriore alla persona che induce a comportamenti di fuga. Tutti questi non sono solo strumenti di repressione, ma anche di regressione.
    La conquista dell'autonomia personale è un lungo e sofferto percorso lungo il quale il bambino impiega energie per affermarsi. È il coronamento di una lunga serie d'indipendenze sia in campo fisico che in quello psichico. Questo percorso inizia dalla nascita e prosegue con le progressive e lentissime conquiste attraverso le quali s'impadronisce degli oggetti, dello spazio e del rapporto con gli altri grazie alle parole, all'abilità manuale e motoria. Ogni conquista, ogni ostacolo superato lungo il suo cammino gli daranno la consapevolezza di essere un individuo indipendente, libero, ricco di quelle risorse positive necessarie per affrontare autonomamente la propria vita. Questo è ciò che viene riproposto anche in terapia, che sia un adulto o un bambino, il compito dello psicoterapeuta gestaltico è quello di "lasciar anche sbagliare" e da lì ri-partire insieme, arricchiti di questa nuova esperienza in modo da "fare diversamente" nella prossima occasione. Il ruolo in psicoterapia non è quello di eliminare l'errore ma imparare da esso passo dopo passo.

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