Mamma e psicologa: la danza quotidiana tra due ruoli

     

    Donna che danza con teli simbolici di maternità e psicologia, equilibrio tra cura del bambino e professione terapeutica

     

    Car@ te che stai leggendo,
    mi prendo un momento per riflettere su quella danza quotidiana che si è trasformata nella mia realtà: l'integrazione tra il ruolo di mamma e quello di psicologa libera professionista.
    È una sinfonia fatta di contrasti e armonie, dove il rumore di un timer per la pappa si mescola al silenzio profondo di una seduta terapeutica.

    Il valore dei piccoli gesti
    La mia giornata inizia presto, con il primo sorriso assonnato di Gerardo e il rituale ormai automatico del cambio di pannolino. Ogni gesto, dal rimboccare una tutina al sistemare una copertina, mi ricorda quanto l'amore e la cura siano fatti di dettagli semplici e ripetuti.
    Eppure, quei momenti di intimità familiare si trasformano rapidamente: un caffè bevuto al volo, una valigia piena di giochi lasciata accanto alla scrivania, e sono pronta per ascoltare e accogliere i mondi interiori dei miei pazienti.

    Tra visibile e invisibile
    C'è una sottile ironia in tutto questo. Da una parte, pulisco le tracce tangibili della quotidianità di un bimbo che cresce; dall'altra, mi immergo nelle tracce invisibili delle emozioni e dei vissuti di chi si affida a me come professionista. Entrambi i ruoli richiedono un'altissima capacità di presenza, una pazienza che si rigenera di continuo e una flessibilità che diventa il mio superpotere.

    Le difficoltà e la forza
    Non nego che ci siano momenti difficili. Come quando il pianto improvviso di Gerardo risuona in sottofondo a una consulenza online, oppure quando mi sorprendo a utilizzare lo stesso tono rassicurante con un paziente che ho appena usato per calmare una crisi da coliche. Però, in queste connessioni trovo anche la mia forza. La maternità mi ha insegnato un'empatia più profonda e una capacità di accettare la vulnerabilità, non solo degli altri, ma anche la mia.

    L'alternanza tra donare e ricevere
    Essere mamma e psicologa significa convivere con una costante alternanza tra donare e ricevere.
    I pazienti mi regalano fiducia, mentre mio figlio mi insegna ogni giorno l'amore nella sua forma più pura e immediata. Entrambi i ruoli mi richiedono di essere "intera" eppure capace di frammentarmi, di adattarmi alle necessità del momento, senza perdere mai di vista il mio equilibrio interiore.

    Armonia, non perfezione
    Se c'è una lezione che sto imparando da questa duplice esperienza, è che non esiste una perfezione a cui aspirare, ma un'armonia da costruire giorno dopo giorno. Il cambio di un pannolino e una riflessione terapeutica sembrano attività così lontane, eppure entrambe mi insegnano qualcosa sull'importanza del prendersi cura.

    Una vita tutta mia
    Concludo questa lettera con una gratitudine immensa, per i momenti in cui mi sento sopraffatta e per quelli in cui tutto sembra combaciare magicamente.
    Perché in fondo, nel caos e nell'ordine, sto costruendo qualcosa di autentico: una vita che è tutta mia.
    Con affetto,
    Anna