COVID E ANSIA NELLO STARE INSIEME

     

     

    covid isolamento sociale

     

    L'impatto che questa pandemia ha avuto sull'attività umana è stato forte, in tutto il mondo.
    Molti governi per cercare di limitare e contenere il contagio, hanno dovuto adottare delle disposizioni che hanno limitato le diverse forme d'interazione sociale, che i cittadini potevano avere.
    Ricerche psicologiche hanno dimostrato che l'isolamento sociale può contribuire al disagio psicologico. Problematiche che in precedenza erano latenti, con la ripresa di una vita sostanzialmente normale sono emerse più chiaramente.
    È stato dimostrato che una maggiore flessibilità psicologica e accettazione (durante il periodo Covid) di esperienze difficili abbia agito come un "cuscinetto" che ha attutito gli effetti negativi di un maggiore isolamento sociale, amplificando al contempo i benefici di una connessione sociale.
    Al contrario l'inflessibilità, l'intolleranza all'incertezza e la soppressione emotiva hanno influito negativamente sulla salute mentale della persona.
    La pandemia di COVID-19 e le relative misure di contenimento hanno avuto un impatto negativo sul benessere mentale. I periodi di isolamento e la didattica a distanza, per le ragazze e i ragazzi, hanno rafforzato alcune modalità disfunzionali di coping come l'evitamento, accentuando sentimenti di ansia o di vergogna, rafforzando idee irrazionali e schemi disfunzionali. É stata infatti studiata la relazione tra tre fattori legati all'ansia e al benessere durante la pandemia nel giugno 2020.
    Per ragioni evoluzionistiche legate alla sopravvivenza gli esseri umani ricercano l'approvazione e l'accettazione e temono il rifiuto e l'allontanamento. All'epoca dei nostri predecessori il non essere parte del gruppo, di una comunità voleva dire non sopravvivere. Il nostro cervello quindi si è evoluto in modo da attribuire un significato di minaccia alla possibilità di essere esclusi e allontanati dal "gruppo" e invece ha favorito il creare connessioni e rapporti d'inclusione con gli altri.
    Nel DSM 5 l'ansia sociale viene descritta come la paura o l'ansia marcata relativa a una o più situazioni sociali nelle quali la persona è esposta alla possibile valutazione delle altre persone (interazioni sociali, l'essere osservati o l'eseguire una prestazione di fronte agli altri).
    La persona ha paura che farà qualcosa o manifesterà sintomi d'ansia che saranno giudicati negativamente e porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per gli altri. Ne consegue che semplici azioni quotidiane come chiedere un'informazione, entrare in un negozio, bere qualcosa al bar possono diventare un serio problema. Queste situazioni temute provocano quasi inevitabilmente paura o ansia, sono evitate o, se affrontate, lo sono con paura o ansia intense.
    La paura, l'ansia o l'evitamento causano alla persona un disagio clinicamente significativo, compromettendo in modo importante il suo funzionamento in ambito sociale e lavorativo.
    Nei più giovani, nei casi più gravi, cominciano le assenze da scuola via via più prolungate, anche la possibilità di seguire le lezioni in didattica a distanza è per loro molto difficile.
    Negli adulti può esserci la difficoltà nell'ambito lavorativo nel relazionarsi coi colleghi, l'impossibilità di esprimere le proprie potenzialità.
    È importante non confondere l'ansia sociale con la timidezza.

     

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