‘O LUPO PERDE ‘O PILO, MA NUN PERDE ‘O VIZIO

    Il lupo perde il pelo ma non il vizio

     

    Cioè... Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Il detto napoletano " 'O lupo perde 'o pilo, ma nun perde 'o vizio" significa che è molto difficile cambiare la propria natura, soprattutto se si hanno delle cattive abitudini o dei vizi.
    Questo proverbio può essere usato nella psicoterapia umanistica, un approccio psicoterapico che si basa sul rispetto, sull'accettazione e sulla valorizzazione della persona, con i suoi bisogni, le sue potenzialità e le sue responsabilità.
    Il terapeuta umanistico aiuta il paziente a sviluppare la sua autenticità, la sua consapevolezza e la sua crescita personale, attraverso un dialogo empatico, genuino e non giudicante.

    Il detto napoletano " 'O lupo perde 'o pilo, ma nun perde 'o vizio " può essere usato dal terapeuta umanistico per stimolare il paziente a riflettere sulla sua identità, sui suoi valori e sui suoi obiettivi.

    Il terapeuta può usare il proverbio come una domanda aperta, per esempio:
    "Cosa significa per te il detto 'il lupo perde il pelo ma non il vizio'?".
    In questo modo, il terapeuta invita il paziente a esprimere il suo punto di vista, le sue emozioni e le sue esperienze, senza imporre la sua interpretazione.

    Il terapeuta può anche usare il proverbio come una sfida, per esempio:
    "Ti senti un lupo che ha perso il pelo ma non il vizio?".
    In questo modo, il terapeuta provoca il paziente a mettere in discussione le sue convinzioni, i suoi schemi e i suoi comportamenti, senza criticarlo o condannarlo.

    Il terapeuta può anche usare il proverbio come una risorsa, per esempio: "Come puoi trasformare il tuo vizio in una virtù?".
    In questo modo, il terapeuta incoraggia il paziente a scoprire le sue capacità, i suoi talenti e le sue opportunità, senza minimizzare le sue difficoltà o le sue limitazioni.

    Un esempio di dialogo tra terapeuta e paziente che usa il detto napoletano " 'O lupo perde 'o pilo, ma nun perde 'o vizio
    " potrebbe essere il seguente:

    Paziente: Sono sempre stato un fumatore, non riesco a smettere. Ho provato tante volte, ma poi ricado sempre.

    Terapeuta: Cosa ti spinge a fumare?

    Paziente: Mi rilassa, mi fa compagnia, mi aiuta a pensare.

    Terapeuta: Cosa ti impedisce di smettere?

    Paziente: La dipendenza, la tentazione, la mancanza di forza di volontà.

    Terapeuta: Ti va di ascoltare un detto napoletano e di dirmi cosa ti suggerisce?

    Paziente: Va bene, dimmelo.

    Terapeuta: Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

    Paziente: Vuoi dire che sono un lupo che non cambia mai?

    Terapeuta: Non lo so, tu cosa ne pensi?

    Paziente: Penso che sia vero, che sono un caso perso, che non ho speranza.

    Terapeuta: E come ti senti a pensare così?

    Paziente: Mi sento triste, frustrato, inutile.

    Terapeuta: E se invece ti dicessi che il detto napoletano non è una condanna, ma una sfida?

    Paziente: Come sarebbe una sfida?

    Terapeuta: Una sfida a conoscere meglio te stesso, a capire cosa ti rende unico, a scoprire cosa puoi fare per cambiare.

    Paziente: E cosa potrei fare?

    Terapeuta: Potresti iniziare a chiederti: cosa c'è dietro il tuo vizio? Cosa cerchi nel fumo? Cosa ti manca nella tua vita?

    Paziente: Non lo so, forse cerco una gratificazione, una soddisfazione, una compensazione.

    Terapeuta: E se invece cercassi queste cose in altri modi, più sani, più creativi, più significativi?

    Paziente: Per esempio?

    Terapeuta: Per esempio, potresti dedicarti a una passione, a un hobby, a un progetto. Potresti coltivare una relazione, un'amicizia, un'affinità. Potresti fare una scelta, un cambiamento, una differenza.

    Paziente: Forse potrei, ma non so se sarei capace.

    Terapeuta: E se invece ti dicessi che il detto napoletano non è una limitazione, ma una risorsa?

    Paziente: Come sarebbe una risorsa?

    Terapeuta: Una risorsa a valorizzare il tuo pelo, a trasformare il tuo vizio, a esprimere la tua natura.

    Paziente: E come potrei fare?

    Terapeuta: Potresti iniziare a pensare: cosa c'è di bello nel tuo pelo? Cosa c'è di positivo nel tuo vizio? Cosa c'è di speciale nella tua natura?

    Paziente: Non lo so, forse c'è qualcosa, ma non lo vedo.

    Terapeuta: E se invece ti dicessi che il detto napoletano non è una cecità, ma una visione?

     

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